Export settore lattiero caseario: in Cina +118% di crescita nel periodo 2013-2016

Parma, 12 aprile 2017 – A fronte della continua erosione dei consumi interni (volumi in contrazione dell’11% nel periodo 2011-2016), la conquista dei mercati esteri rappresenta oggi la più importante opportunità di crescita delle vendite per i prodotti lattiero-caseari italiani. È quanto emerge da uno studio di Agrifood Monitor presentato oggi in occasione di CIBUS Connect.

Una sfida che questi prodotti di eccellenza del Made in Italy stanno vincendo, come dimostra un valore delle esportazioni raddoppiato negli ultimi 10 anni (+92% nel periodo 2006-2016, contro il 72% delle esportazioni agroalimentari totali).

Protagonisti indiscussi sono i formaggi, che grazie ai 2,4 miliardi di euro di vendite estere nel 2016, incidono per l’82% sul valore totale dell’export lattiero-caseario, mostrando tassi di crescita ancor più positivi, sia nel lungo periodo (+96% nel 2006-2016), che nell’ultimo anno. “Con una variazione superiore al 7% intercorsa tra il 2015 e il 2016, i formaggi italiani mostrano un trend di crescita superiore al totale delle esportazioni agroalimentari nazionali che nello stesso periodo si sono fermate ad un +3,5%”, dichiara Denis Pantini, Direttore dell’Area Agroalimentare di Nomisma. Non solo. “I formaggi italiani registrano performance brillanti in un mercato mondiale che, dopo anni di crescita sta mostrando alcuni segnali di difficoltà, come dimostra la sostanziale stagnazione nei valori degli scambi internazionali di prodotti caseari registratasi nell’ultimo biennio”, aggiunge Pantini.

In questo mercato, che vale complessivamente oltre 24 miliardi di euro, il 72% è appannaggio dei TOP10 esportatori mondiali, fra i quali l’Italia che, con una quota pari al 10%, figura al quarto posto dopo Germania (14%), Olanda e Francia (entrambe al 12%). Il nostro paese detiene la leadership di prezzo (6,23 €/kg), con un netto distacco rispetto ai cugini d’oltralpe (4,42 €/kg) e surclassando il prodotto tedesco (2,81 €/kg).

Tra i mercati emergenti, emblematico è il caso cinese, che pur essendo ancora di piccole dimensioni (circa 380 milioni di euro nel 2016), mostra tassi di crescita vertiginosi e pari al +118% nel periodo 2016/2013 e quindi offre prospettive molto allettanti. 

Spinto dai formaggi, l’export italiano di prodotti lattiero caseari è cresciuto costantemente negli ultimi anni, compensando il parallelo calo dei consumi interni. Come questi trend abbiano impattato sulle performance economiche e finanziarie delle imprese del settore emerge da un’analisi condotta sui bilanci di 256 società di capitali e cooperative, rappresentative del 75% dell’intero fatturato del settore lattiero caseario italiano. L’analisi conferma come le difficoltà del mercato interno si ripercuotano sui ricavi aggregati del settore, in leggero calo tra il 2012 e il 2015 (tasso di variazione media annua del -0,8%).

 “Queste tendenze del mercato hanno consentito di migliorare marginalità e sostenibilità finanziaria anche in un contesto di complessiva riduzione delle vendite. La marginalità lorda (Ebitda) del complessivo settore è passata dal 5,2% del 2012 al 6,2% del 2015, mentre la leva finanziaria (misurata come rapporto tra debito finanziario lordo ed Ebitda) è passata da 4,6x a 4,2x”, dichiara Paolo Bono, Associate presso CRIF Ratings. Lo spostamento delle vendite dall’Italia all’estero e tra categorie di prodotti sembra quindi aver favorito un complessivo miglioramento sul fronte della marginalità e della rischiosità finanziaria. “Seguire gli attuali trend di mercato non è banale ed impone alle imprese forti investimenti. Non tutte le imprese lattiero casearie hanno intrapreso un percorso di riconfigurazione del business coerente con le evoluzioni del mercato. E la differenza tra quelle che stanno provando a farlo e quelle che restano ferme, è netta”, continua Bono.

Scarica il comunicato stampa completo

Le slide delle relazioni di Denis Pantini (Nomisma) e Paolo Bono (Crif Ratings) sono disponibili inviando una mail di richiesta a info@agrifoodmonitor.it  

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