Bologna, 10 giugno – Con una popolazione doppia e un Pil pro-capite superiore del 10% a quello italiano, il Giappone rappresenta un mercato di estremo interesse per il nostro export di Food & Beverage. Sebbene degli oltre 57 miliardi di euro di beni agroalimentari importati nel 2018 dal paese del sol levante solamente l’1,5% era di provenienza italiana, nel corso dell’ultimo decennio il valore degli acquisti dal nostro paese sono passati da 537 a 865 milioni di euro, denotando una crescita superiore al 50%.
Ed anche i primi dati relativi al 2019 evidenziano un ulteriore crescita. Nel primo quadrimestre di quest’anno, le importazioni di prodotti agroalimentari italiani in Giappone sono cresciute di quasi il 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rispetto ad una media di mercato che ha visto aumentare l’import totale di food&beverage di circa il 9%. Un trend favorevole che dovrebbe trovare ulteriore spinta dall’accordo di libero scambio entrato in vigore dal 1 febbraio scorso tra i paesi dell’Unione Europea e il Giappone e che porterà, da subito per circa il 90% delle importazioni Ue che gradualmente per il resto dei prodotti, all’azzeramento dei dazi (e delle altre barriere non tariffarie) vigenti sui prodotti agroalimentari europei. Dazi che per alcuni prodotti bandiera del Made in Italy come il vino , la pasta e i formaggi vanno dal 15% al 40%.
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